PANORAMICA SULLA VALPOLICELLA

Il contesto magnifico che contraddistingue la Valpolicella

Ogni appassionato di vino che si rispetti ha il dovere morale di conoscere quelle che sono le peculiarità e le principali caratteristiche dei migliori territori vitivinicoli italiani. A tal proposito, abbiamo deciso di realizzare questo articolo in cui trattiamo gli aspetti principali della Valpolicella, un territorio quasi magico, patria di alcuni dei vini più ambiti del mercato italiano ed internazionale.

INDICE

CLIMA E TERRENI

Il clima della Valpolicella può essere generalmente classificato come continentale o sub-continentale, ma è influenzato da diversi fattori geografici che creano microclimi distinti, soprattutto nelle zone collinari. Ad esempio, nelle aree esposte a sud e vicine al Lago di Garda, si sviluppa un microclima sub-mediterraneo. Il Lago di Garda contribuisce a mitigare sia le temperature invernali minime che le massime estive, anche se questo effetto si attenua all’allontanarsi dal lago. La configurazione orografica della Valpolicella, con valli orientate da sud a nord, favorisce il sollevamento delle masse d’aria lungo i pendii, soprattutto con venti meridionali, influenzando così la temperatura e le precipitazioni nell’area. Le gelate e le nevicate sono diventate più rare in Valpolicella a causa del cambiamento climatico globale causato dall’effetto serra. Tuttavia, esistono alcune zone, soprattutto in punti stretti della valle, che sono particolarmente suscettibili a queste avversità. Relativamente ai suoli, sono molto profondi e permettono dunque alle radici di svilupparsi in verticale, hanno una chiara origine alluvionale – soprattutto nei fondovalle – con un ottima capacità di drenaggio. Il territorio collinare della Valpolicella è inoltre noto per la presenza di un suolo distintivo composto principalmente da calcare marnoso di colore bianco o bianco-rosato, tra cui spiccano il Biancone e la Scaglia Rossa. Tutte queste caratteristiche portano alla produzione di vini eleganti e finemente aromatici seppur di corpo e struttura.

Panoramica della tenuta di Casa Sartori, azienda emblematica e punto di riferimento della Valpolicella.

PRINCIPALI VITIGNI

La Valpolicella è terra di vitigni autoctoni, che si esprimono su altissimi standard di eccellenza assoluta. Tra questi risalta la Corvina, una delle principali varietà che sta alla base dei vini rosati – vedi il Chiaretto – e rossi – Bardolino e la batteria dei Valpolicella rossi tra cui l’Amarone ed il Recioto -. Questa varietà conferisce, nei blend, struttura, aromi e morbidezza. Del medesimo impatto è il Corvinone, un vitigno contraddistinto dai profumi di marasca e spezie dolci, complice della persistenza aromatico e della struttura dei grandi rossi locali. Seguono per importanza il Rondinella – che conferisce materia colorante e sapidità – e il Molinara – dall’alto della sua acidità prevalente -. Altre cultivar di minor rilievo sono l’Oseleta, che apporta colore e struttura, la Croatina, un’uva celebre per la sua tannicità graffiante e per i profumi di fico e uva passa e la Dindarella – celebre per la sua capacità di prestarsi in maniera esemplare all’appassimento -.
Seppur la Valpolicella sia famosa nel mondo per i suoi opulenti vini rossi, da queste parti si producono deliziosi vini bianchi dall’appeal piccante e dalla freschezza agrumata partendo da vitigni quali Garganega, Trebbiano di Soave e Trebbiano di Lugana. Queste cultivar, spesso utilizzate in blend, si completano portando all’elaborazione di vini bianchi molto interessanti e che possono stupire anche per longevità.

SISTEMI DI ALLEVAMENTO

La pergola è una tecnica di allevamento tradizionale nella Valpolicella con una storia di oltre 2000 anni. Questo metodo prevede una copertura di fogliame che protegge i grappoli dal sole, mentre l’altezza della chioma previene i danni potenziali causati dalla brina e dall’umidità, garantendo al contempo un’adeguata escursione termica giornaliera. Il sistema di allevamento Guyot è stato introdotto nella Valpolicella intorno al 1870. Nel corso degli anni, questo sistema è stato adattato per soddisfare le esigenze delle varietà di uve autoctone, incluso l’allevamento del capo a frutto a un’altezza superiore rispetto alla pratica comune.

I GRANDI ROSSI

Eccoci giunti ai vini che hanno reso la Valpolicella un’istituzione nel mondo del vino, sia in Italia che nel mondo. In un ipotetico viaggio partiremmo dal Valpolicella Classico, che possiamo definire “il vino d’entrata” in virtù della sua fisionomia più delicata e leggera – per lo meno rispetto agli altri vini rossi della zona -. Segue per struttura e impatto gustativo il Valpolicella Superiore, che affina almeno un anno e si ottiene da uve selezionate minuziosamente. Come avrai ben intuito, il suo naso del Superiore evidenzia profumi più maturi e il suo sorso è più complesso e consistente. Dal Valpolicella Superiore passiamo al Valpolicella Ripasso, un vino ottenuto da antiche tecniche di vinificazione che prevedono la fermentazione, del vino, sulle vinacce dell’Amarone. È proprio su quest’ultimo vino che si basa la fisionomia del Ripasso, seppur in maniera meno intensificata. Arriviamo finalmente al grande vino del territorio, sua maestà Amarone della Valpolicella, un rosso secco di classe assoluta, ottenuto da uve appassite. Il profilo olfattivo mette in mostra profumi ampi, intensi e complessi di frutta appassita, caffè, cacao, tabacco, ciliegia, cioccolato e spezie dolci, mentre il sapore è incredibilmente aromatico e avvolgente, denso e opulento. Come avrai ben capito, siamo di fronte ad un prodotto appartenente al gotha dei migliori vini esistenti nel pianeta. Spese queste parole per l’Amarone, passiamo al suo alter ego passito, il Recioto della Valpolicella. Parliamo di un vino ottenuto da uve appassite in via artificiale all’interno di appositi locali chiamati “fruttai”. Al naso palesa profumi di torrefazione, pepe nero, frutta candita e cioccolato fondente, il suo sorso è grintoso ed energico, sollecitato da una tannicità graffiante e da un’acidità fruttata.

Fisionomia dell’Amarone della Valpolicella e abbinamento con il cibo.

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