La Syrah è un vitigno dalle origini tutt’oggi incerte, la cui provenienza sembrerebbe derivare dal Caucaso seppur, tutti concordano, che la patria spirituale di questa eccelsa varietà sia la Valle del Rodano meridionale, territorio in cui la Syrah riesce a mettere in campo le sue magnifiche qualità. Francia a parte, la Syrah si esprime bene a macchia d’olio in alcune zone vitivinicole della Francia dove la sua presenza è marginale e quasi sempre nei blend oltre che in Italia, dove questa uva produce risultati di tutto rispetto a Cortona, in Toscana, con espressioni magnifiche in chiaro Rhône Style, e nella denominazione di Contessa Entellina, in Sicilia.
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Un’uva, due vini
Bene, ma questo articolo non si pone l’ambizioso obiettivo di tracciare una panoramica completa ed esaustiva della Syrah, quanto piuttosto mettere in evidenza un fatto abbastanza singolare: questa varietà produce con incredibile nonchalance due vini che tra di loro centrano poco e soprattutto niente. I vini in questione sono la Syrah, che, come accennato a inizio paragrafo vede nella Francia il suo territorio di elezione, e lo Shiraz, un’esclusiva dell’Australia – seppur ultimamente prodotto anche in altri paesi del nuovo mondo -, che fa leva su un carattere TOTALMENTE differente. Entriamo nel vivo della faccenda.
la syrah intesa come vino
Quale modo migliore per comprendere le differenze tra due vini? Semplicemente, tracciandone il profilo organolettico e dando qualche informazione a supporto per fare un quadro completo della situazione. Bene, partiamo dalla descrizione organolettica. La Syrah ha un colore – rosso – rubino con una fortissima tendenza al violaceo e dei riflessi luminosi e fitti. Al naso, palesa intensi e complessi profumi di frutta nera, fiore appassito, pepe nero, fumo, cenere e olive nere, con un sorso che fa leva su una fortissima acidità citrina, un carattere vibrante e vulcanico ed una persistenza aromatica intensa e perfettamente coerente con il profilo olfattivo. Se hai nei programmi di provare questo vino, le migliori espressioni provengono dal Rodano settentrionale, con Hermitage in primo piano, seguito dalla Côte Rotie, Cornas, Crozes Hermitage e, in misura minore, Saint Joseph e Saint Peray.
shiraz: l’alter ego australiano
L’Australia, se oggi appartiene al gotha dei migliori territori vitivinicoli del nuovo mondo, lo deve indiscutibilmente a tale James Busby che, nel 1832, ha viaggiato attraverso la Spagna e la Francia raccogliendo talee di vite che sono state la base del successo dell’industria vinicola australiana. Fu così che ebbe inizio la storia d’amore tra Australia e Shiraz, che qui trova un luogo accogliente per maturare in maniera perfetta e che, paradossalmente, cresce in un contesto pedoclimatico completamente differente rispetto a quello francese – ebbene sì, perché in Australia saprai che il clima, in alcune zone, è eccessivamente caldo mentre in Francia, nella Valle del Rodano, è freddo e pungente -. Detto ciò, proviamo a tracciare un’identikit dello Shiraz, anche per capire se potrebbe essere “il tipo adatto per il tuo palato”: Il colore è più profondo, cupo, è di un rosso rubino pieno con sfumature granate. Al naso è quasi dolce e rotondo, morbido, con note di confettura, cioccolato fondente, vaniglia, cacao e terriccio per finire, con un sorso pieno e avvolgente, alcolico e con una persistenza che rimanda alle spezie dolci. La migliore espressione di Shiraz mai realizzata? Sicuramente il Grange di Pendolf, un grande rosso da invecchiamento!
conclusioni
Personalmente adoro il carattere varietale dei Syrah della Valle del Rodano, adoro i profumi che giocano sui toni affumicati così come apprezzo molto il sorso grintoso, quasi vibrante e vulcanico. Detto ciò, non disprezzo nemmeno gli Shiraz, seppur non rientrino nella cerchia dei miei vini preferiti.
E tu, considerando le peculiarità delle due versioni di Syrah, quale preferisci?