Victor Schwartz vs Trump: l’importatore che al momento ha fermato i dazi sul vino
Chi ama il vino dovrebbe conoscere il suo nome. Perché se negli Stati Uniti oggi un appassionato può ancora permettersi un Barolo o un Brunello, è (anche) merito suo. E se sei un produttore italiano, gli devi qualcosa.
In questo articolo scoprirai chi è Victor Schwartz, perché ha fatto causa al governo americano, cosa ha ottenuto (e cosa no), e perché questa storia riguarda molto da vicino il mondo del vino artigianale, europeo e non solo. Un contenuto utile per chi lavora nel settore, per chi ama il vino autentico e per chi vuole capire davvero cosa si nasconde dietro questa faccenda.

© Photocredits | Become Somm
Chi è Victor Schwartz e cos’è V.O.S. Selections
Victor Owen Schwartz è il fondatore di V.O.S. Selections, una piccola ma rispettata azienda di importazione con sede a New York. In attività da oltre trent’anni, importa vini artigianali, saké e distillati da 14 Paesi del mondo, con un approccio curato, di ricerca, spesso orientato al biologico e alla naturalità. Victor non nasce nel vino: ha iniziato come banchiere, ma la passione per il buon bere (trasmessagli dalla madre) e un viaggio in Francia lo hanno portato a cambiare vita. Da allora ha costruito un’azienda a conduzione familiare, oggi gestita con le figlie, che lavora con piccoli produttori indipendenti e ristoratori attenti.
Un nome noto nel settore per la qualità delle sue scelte, ma per il grande pubblico era uno sconosciuto. Fino ad ora.

Victor Schwartz e sua figlia Chloë Syrah Schwartz
| Photocredits © © 2025 CBC/Radio-Canada.
Il contesto: dazi americani sul vino europeo
A gennaio 2025 l’amministrazione Trump, attraverso l’IEEPA (International Emergency Economic Powers Act), ha annunciato nuovi dazi fino al 100% su una serie di beni importati, incluso il vino europeo. L’obiettivo dichiarato era riequilibrare il commercio estero e «punire» Paesi ritenuti poco collaborativi su temi come immigrazione e sicurezza. Il risultato è stato un terremoto per il settore vitivinicolo: importazioni congelate, rincari, listini stravolti. Per aziende come V.O.S. Selections, ogni container significava 10.000-15.000 dollari di costi extra. Un colpo letale per piccoli importatori.
In pochi hanno reagito. Victor, invece, ha deciso di agire.
La causa legale: perché Schwartz ha sfidato Trump
Spinto da un familiare che gli ha suggerito un contatto legale, Victor è entrato in contatto con il Liberty Justice Center. Da lì, è diventato il principale querelante nella causa collettiva contro la Casa Bianca. Un “Davide” che sfida Golia, in nome del libero commercio e della sopravvivenza delle piccole imprese.
«Non l’ho fatto per eroismo – ha dichiarato – ma perché non potevamo permetterci di stare a guardare mentre tutto crollava. Non si tratta solo di vino, ma di democrazia economica».
Il 28 maggio 2025 la Corte per il commercio internazionale ha emesso la sua sentenza: unanime. I giudici hanno dichiarato illegittimi i dazi imposti dall’amministrazione Trump, stabilendo che il presidente aveva abusato della sua autorità. Per Schwartz, la notizia è arrivata mentre cercava una ricetta per la pasta alle vongole. «Mi ha scritto l’avvocato: “Abbiamo vinto”. Ho dovuto rileggere tutto per crederci. Poi è scoppiato il caos». ABC è arrivata sotto casa. Le email sono esplose. E il settore, da Parigi a Palermo, ha tirato un sospiro di sollievo.
Impatto reale sui consumatori e produttori
Ma cosa significa tutto questo, in termini concreti?
Sopravvivenza dei piccoli: Molti produttori artigianali europei rischiavano di perdere il mercato USA. Questa sentenza, anche se temporanea, li tiene in gioco.
Prezzi più bassi: Senza dazi, il vino europeo non viene più gravato da tasse extra. Questo si riflette (almeno in parte) sul prezzo al dettaglio.
Più varietà: I piccoli importatori possono tornare a rischiare su referenze nuove, rare, “di nicchia”. Un bene per appassionati e sommelier.
Ad ogni modo, il giorno dopo la vittoria, però, una corte d’appello ha congelato l’effetto della sentenza. Trump ha fatto ricorso. I dazi non sono annullati definitivamente. Per ora restano in vigore, ma la causa andrà avanti fino (forse) alla Corte Suprema. Victor lo sa. «Non abbiamo vinto del tutto. Ma abbiamo lanciato un segnale. E ora il mondo sa che questa battaglia riguarda tutti».
Nel frattempo, il danno resta: scorte ridotte, investimenti bloccati, varietà limitate. I consumatori non vedono tutto questo. Ma chi lavora nel settore, lo vive ogni giorno.
La visione di Victor: libertà e trasparenza
Schwartz non è un politico, ma ha idee chiare: «Credo nel vino onesto, nelle aziende familiari, nei prodotti con una storia. E credo che il libero mercato debba essere protetto da chi lo usa come arma politica». Il sito della sua azienda ospita un manifesto chiaro: “Non è solo business. È una questione di principio. Di accesso. Di rispetto per chi produce e per chi beve”.
Victor chiaramente non ha salvato il mondo, ma ha dimostrato che una piccola voce può farsi sentire anche in un contesto così grande ed impattante. In un’epoca di guerre commerciali e nazionalismi, ha ricordato che il vino è cultura, non merce da baratto.