Le mete vitivinicole italiane preferite dai turisti americani, inglesi e tedeschi.
L’enoturismo in Italia è molto più di una moda: è un motore economico, culturale ed esperienziale che attira ogni anno migliaia di viaggiatori da tutto il mondo. Non si tratta più solo di assaggiare grandi etichette: oggi il vino è vissuto come un’esperienza immersiva, che unisce paesaggio, ospitalità, cultura e territorio.
Secondo il report di Data Appeal presentato a Vinitaly Tourism 2025, tre territori italiani svettano tra le mete preferite dagli stranieri: Langhe-Barolo, Chianti e Montalcino. Luoghi dove il vino si fonde con la bellezza, la storia e l’identità dei luoghi. Ecco perché.
Chianti: la campagna toscana che ti fa innamorare
Con i suoi filari ordinati, i casolari in pietra, i cipressi e le colline che sembrano disegnate, il Chianti rappresenta nell’immaginario collettivo l’Italia da sogno. Non sorprende, dunque, che sia la meta preferita dai turisti americani (41%) e tedeschi (38%), che qui ritrovano la promessa di una vita lenta, raffinata e autentica.
Oltre all’iconico Chianti Classico, i visitatori apprezzano la varietà delle esperienze offerte: tour in cantina, cooking class, wine resort di charme, picnic tra le vigne e degustazioni guidate. È la culla dell’enoturismo organizzato, con strutture ricettive capaci di accogliere e raccontare storie che restano nel cuore. Il successo del Chianti è anche dovuto alla sua capacità di offrire un’immagine completa dell’Italia rurale ed elegante, combinando vino, arte, natura, cucina e accoglienza. È un modello maturo di enoturismo integrato, dove ogni dettaglio comunica valore.

La grandezza del Chianti Classico
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Etna e Sicilia: la nuova frontiera del vino vulcanico
Se il Chianti è il grande classico, l’Etna è la rivelazione. Sempre più apprezzato dai turisti inglesi (33%) e americani (32%), questo territorio ha saputo trasformare la sua geografia estrema – suoli lavici, altitudini, climi imprevedibili – in una leva di unicità.
I vini dell’Etna, freschi e minerali, raccontano un terroir potente e selvaggio, dove i vitigni autoctoni come Nerello Mascalese e Carricante danno vita a espressioni eleganti e sorprendenti. Le esperienze enoturistiche sono ancora intime, artigianali, spesso gestite dagli stessi vignaioli, e questo rappresenta un valore altissimo per chi cerca autenticità. L’Etna è un modello vincente di valorizzazione integrata: vino naturale, viticoltura eroica, storytelling vulcanico. Qui l’enoturismo si intreccia con trekking, cultura greco-romana, prodotti locali e accoglienza diffusa. È il futuro del turismo rurale emozionale.

L’Etna è la meta più ambita degli ultimi anni
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La vocazione e l’appeal vinicolo di Montalcino
Con il suo Brunello, uno dei rossi più longevi e celebrati al mondo, Montalcino attira turisti da ogni continente. Le colline punteggiate da cipressi, i monasteri isolati, i wine resort di charme creano un ecosistema che ha fatto scuola. È la patria del vino che invecchia nobile, ma anche della bellezza senza scadenza. In Italia e all’estero ne siamo consapevoli: la DOCG Brunello di Montalcino è senza ombra di dubbio uno dei più grandi e gloriosi rossi al mondo, e sicuramente questo prestigio non fa altro che attirare appassionati in terra toscana.
Insomma, Montalcino è l’esempio di come un prodotto (il Brunello) possa diventare ambasciatore di un’intera regione, attirando viaggiatori colti e disposti a spendere per vivere un lusso fatto di lentezza, profondità e senso del tempo. Queste mete dimostrano come il vino possa essere un attivatore turistico anche in contesti non tradizionali, se legato a un territorio forte. L’enoturismo qui si fonde con vacanze attive, turismo lento e cucina di prossimità, creando un mix molto richiesto.

Montalcino, un borgo incantevole
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Langhe-Barolo: eleganza e storia piemontese
Nel cuore del Piemonte, le Langhe offrono una sinfonia di vini, paesaggi collinari e cultura gastronomica. Il Barolo, detto “re dei vini”, richiama un turismo enogastronomico d’élite, attento alla narrazione e all’unicità. Le cantine sono spesso family-run, immerse in un contesto Unesco oltre che grandi realtà seppur siano la minoranza. Possiamo tranquillamente affermare che come per il Brunello di Montalcino, anche la DOCG Barolo e le sue Menzioni Geografiche Aggiuntive non fanno altro che attirare appassionati di vino grazie alla loro storia gloriosa.
Le Langhe rappresentano la fusione perfetta tra artigianato, eccellenza e racconto del territorio. Il turista viene qui per entrare in contatto con le radici profonde del vino, ma anche per vivere l’esperienza culturale del Piemonte più autentico.

Visuale mozzafiato delle Langhe
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Cinque Terre & Salento: il sogno degli italiani
Per gli italiani il vino si gusta vista mare. Le Cinque Terre (20,1%) e il Salento (19,9%) sono i territori più desiderati. Qui il vino è parte di un paesaggio emozionale: i muretti a secco, le vigne eroiche, i tramonti sul mare e i piccoli borghi creano un immaginario irresistibile. Due territori che, sotto il profilo vitivinicolo, sono estremamente differenti tra loro: le Cinque Terre hanno costruito il proprio successo sull’omonimo vino passito, il 5 Terre Sciacchetrà, una rara perla enologica Made in Liguria. Il Salento invece spicca per i suoi bianchi freschi e immediati, per i suoi rossi carnosi oltre che per i relativi vini rosati che hanno reso la regione una meta ambita da appassionati di tutta Italia.
Queste mete dimostrano come il vino possa essere un attivatore turistico anche in contesti non tradizionali, se legato a un territorio forte. L’enoturismo qui si fonde con vacanze attive, turismo lento e cucina di prossimità, creando un mix molto richiesto.

La bellezza del Salento in un’immagine
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Il vino, l’olio, la pasta oppure la pizza?
Nel 2025, il 77% dei turisti italiani ha visitato almeno una cantina nei propri viaggi. E il vino, con il 38,1% delle preferenze, ha superato olio, pizza e pasta come simbolo culinario nazionale. La visita in cantina con degustazione è considerata l’esperienza più memorabile per qualsiasi turista che voglia visitare il Belpaese, di conseguenza possiamo considerare il vino come se fosse a tutti gli effetti un vero e proprio medium per raccontare l’Italia. Non è solo prodotto, ma chiave d’accesso alla storia, alle persone e al paesaggio. Chi fa enoturismo oggi non vende più calici, ma connessioni emotive.