Qual è il miglior contenitore per affinare il vino? Acciaio, legno e gli altri materiali!
Quando si parla di vino, si pensa subito all’uva, al terroir, alla vendemmia. Ma c’è un altro elemento — spesso sottovalutato — che può cambiare radicalmente il profilo aromatico e gustativo di una bottiglia: il contenitore in cui il vino fermenta o affina. Acciaio, legno, cemento, terracotta, vetroresina… ognuno di questi materiali interagisce in modo diverso con il vino, influenzandone evoluzione, texture e struttura.
In questo articolo analizziamo i contenitori più usati nel mondo enologico moderno, capendo come ciascuno di essi incide sul risultato finale nel calice — tra tradizione, innovazione e scelte stilistiche sempre più consapevoli.
Scopriamolo insieme.

Recipienti atti all’affinamento del vino
| Photocredits © Become Somm
Acciaio Inox
Il re della neutralità. L’acciaio inox è il contenitore più utilizzato nella vinificazione moderna, soprattutto per i vini bianchi e rosati. È totalmente neutro, non lascia alcuna impronta aromatica e permette un controllo preciso delle temperature. Questo significa fermentazioni pulite, gestione perfetta dell’acidità e conservazione intatta dei profumi primari del vitigno.
✅ Ideale per: vini freschi, aromatici, immediati.
📌 Esempi: Sauvignon Entry Level Loire Valley, Prosecco, Vermentino, rosati provenzali.
Legno (botte, barrique o tonneau)
Il contenitore “storico”, ma tutt’altro che obsoleto. Il legno — soprattutto rovere — viene scelto non solo per il suo apporto aromatico (note tostate, vanigliate, speziate), ma per la sua micro-ossigenazione controllata, che aiuta l’evoluzione del vino. A seconda della tostatura, dell’età della botte e della durata dell’affinamento, il legno può donare struttura, morbidezza e complessità.
✅ Ideale per: vini da invecchiamento, strutturati, con buona componente alcolica.
📌 Esempi: Barolo, Brunello, Rioja, Bordeaux, White Burgundy.
Anfora (terracotta)
Riscoperta antica dal fascino contemporaneo. L’anfora è porosa come il legno ma neutra come l’acciaio: lascia passare ossigeno, ma non cede aromi. La terracotta ha un’inerzia termica naturale, mantenendo le fermentazioni lente e stabili. È ideale per chi cerca espressività territoriale pura, spesso in chiave “naturale” o ancestrale.
✅ Ideale per: orange wine, rossi delicati, bianchi di struttura non barricati.
📌 Esempi: vini naturali georgiani, Trebbiano in anfora, Sangiovese “raw”, Garnacha minimalista.
Cemento (vasche o uova)
Tradizione e innovazione si incontrano. Il cemento è poroso ma rivestito (in genere con resine epossidiche): permette un minimo scambio d’ossigeno ma non contamina il vino con odori. L’uovo in cemento, in particolare, è apprezzato per la sua forma: grazie ai moti convettivi interni, le fecce fini restano in sospensione naturalmente, donando rotondità senza legno.
✅ Ideale per: bianchi “ricchi”, rossi succosi e fruttati, vini da lieviti.
📌 Esempi: Chenin Blanc della Loira, Grenache Priorat, Pecorino abruzzese, Etna DOC.
Vetroresina (resin tank)
Il grande ritorno del vino pop. Usata spesso nei vini da tavola degli anni ’60-’80, oggi la vetroresina torna in auge nelle produzioni artigianali e biodinamiche per la sua incredibile neutralità e leggerezza. A differenza dell’acciaio, non è inerte al 100%, ma offre buone performance e costi contenuti.
✅ Ideale per: vini quotidiani, naturali, leggeri, da bere giovani.
📌 Esempi: vini da vitigni autoctoni vinificati in semplicità, bianchi fruttati da filiera corta.
Clayver (ceramica)
Materiale tecnico per anime radicali. Il Clayver è un contenitore in ceramica a bassa porosità, una sorta di “via di mezzo” tra anfora e acciaio. Non cede aromi e mantiene un micro-scambio costante con l’esterno. È amato dai produttori che cercano precisione, struttura e finezza senza usare legno.
✅ Ideale per: bianchi e rossi naturali, macerati eleganti, vitigni (semi) aromatici.
📌 Esempi: Ribolla Gialla in ceramica, Grillo macerato, Pinot Grigio ramato artigianale.
Vetro (damigiane o botti in vetro)
Il vetro è totalmente neutro, impermeabile e non interagisce chimicamente con il vino. È usato soprattutto per micro-vinificazioni, esperimenti, vini da ossidazione controllata (come nel caso delle damigiane al sole). Trasparente e poetico, ma non sempre pratico.
✅ Ideale per: ossidazioni volontarie, piccoli lotti, orange e ossidativi.
📌 Esempi: Vin Jaune, vini macerati in damigiana, Vin de Garage.